Cosa fare per non perdere l’erezione (prima o durante un rapporto)
È un evento alquanto increscioso e imbarazzante quello in cui, a letto con la partner, ci si ritrova a constatare su di sé un pene completamente flaccido anziché rigido.
È un evento alquanto increscioso e imbarazzante quello in cui, a letto con la partner, ci si ritrova a constatare su di sé un pene completamente flaccido anziché rigido.
Però non bisogna disperare perché il problema della disfunzione erettile è piuttosto comune negli uomini, ma non è irrimediabile.
Il dato statistico che attesta la frequenza generalizzata di questo disturbo sessuale è fornito dalle ricerche condotte dall’Associazione Andrologi Italiani, che contano circa 3 milioni di persone, fra anziani, adulti e giovani, quali vittime della disfunzione.
Prima di considerare i modi e le tecniche per prevenire e/o risolvere il problema, è opportuno fornire una descrizione essenziale della struttura dell’organo riproduttore maschile e del meccanismo di funzionamento del processo d’erezione.
L’interno del pene si caratterizza per la presenza di due parti cilindriche disposte in parallelo denominate “corpi cavernosi del pene”, sotto i quali fluisce il corpo spongioso (o spugnoso) che ingloba in sé il canale dell’uretra, da cui emerge l’urina e lo sperma al momento dell’eiaculazione. Al culmine dell’asta del pene si trova il glande, che include numerose terminazioni nervose.
Per quanto riguarda l’erezione, si tratta del fenomeno psico-fisico che induce il pene a mutare dal suo stato flaccido a quello rigido ed eretto.
Il tutto prende avvio a livello mentale: è l’eccitazione sessuale di natura psicologica a innescare la produzione e il conseguente rilascio, dalla zona cerebrale, di segnali neuronali e bio-elettrici verso l’area dei genitali. Questi stessi segnali, giunti a destinazione, fanno sì che la muscolatura liscia nei corpi cavernosi si rilassi, favorendo l’ingresso dell’afflusso di sangue.
Intercettato dai corpi cavernosi, il sangue garantisce il rigonfiamento dell’asta del pene, conseguendo l’erezione.
È piuttosto immediato comprendere quanto gli aspetti psicologici, mentali ed emotivi siano imprescindibili per un’erezione corretta e funzionale. Fra questi:
- La fiducia nelle proprie capacità sessuali;
- La serenità umorale;
- La voglia sessuale;
- L’eccitazione mentale (fondamentale non solo per la produzione, ma anche per il mantenimento dello stato erettile durante il rapporto).
La situazione in cui il pene resta moscio in circostanze che invece lo richiederebbero indurito prende il nome scientifico di “disfunzione erettile”, che ha sostituito l’espressione dispregiativa che in passato la identificava come “impotenza sessuale maschile”.
In quanto alle cause che la provocano bisogna operare un distinguo tra quelle di natura organica e quelle di natura psicogena.
Tendenzialmente si può affermare che ad essere “vittime organiche” del problema siano in particolare i più anziani che, con l’avanzare dell’età, assistono all’insorgenza di patologie fisiche riguardanti direttamente l’organo sessuale o di altre patologie con ripercussioni indirette su di esso.
Fra le più comuni abbiamo:
- Scompensi cardio-vascolari;
- Ipogonadismo;
- Ipertensione;
- Ipotensione;
- Tabagismo;
- Alcolismo;
- Uso di droghe;
- Obesità e sovrappeso;
- Carenza di testosterone.
È evidente come i problemi di matrice organica non siano localizzati esclusivamente nella zona genitale, ma anche altrove, con effetti conseguenti significativi sulla funzionalità del pene.
Nella maggior parte dei casi, comunque, che si tratti di adulti ma anche di più giovani, la vera causa del disturbo è insita nella psiche del soggetto interessato: è la cosiddetta “ansia da prestazione sessuale”.
Quest’ultima condizione è indotta da situazioni di stress mentale ed emotivo, da preoccupazioni, incertezze e paure durante i rapporti intimi che compromettono la regolarità del processo erettivo a causa di stati d’animo sfiduciati che inibiscono l’eccitabilità mentale e, di riflesso, il risultato fisico della stessa (l’erezione).
Un umore alterato in negativo e la mancanza di eccitazione psicologica, infatti, restringono le vene e i capillari (si parla di vasocostrizione) bloccando l’azione cerebrale della produzione e dell’invio dei segnali verso il pene e, di conseguenza, l’impulso sanguigno nel giusto apporto quantitativo.
Come risolvere, allora, il problema?
Nei casi in cui la matrice che lo cagiona sia fisica, è opportuno ricorrere agli specialisti del settore, urologi ed andrologi, sottoporsi ad esami approfonditi e seguire il trattamento curativo che verrà prescritto.
Diverso è il discorso, invece, della disfunzione erettile di orgine psicologica: esiste un percorso specifico, riconosciuto come elettivo per la cura del disturbo, che prende il nome di “psicoterapia cognitivo-comportamentale”.
A nulla valgono i tentativi, apparentemente più rapidi e immediati, di rimediare al problema ricorrendo a pillole farmacologiche (le più richieste sono i vasodilatatori come il Viagra, il Cialis, il Levitra e lo Spedra), a pillole naturali spacciate sul web con fantomatiche proprietà sessualmente miracolose, a prodotti di erboristeria vari o a cibi afrodisiaci: si tratta di modi risolutivi assolutamente fasulli che non rimuovono la radice del problema, anzi rischiano di alimentarlo in quanto poco sicuri in diversi casi.
Il trattamento psicoterapico, invece, è al contempo un rimedio sia dell’aspetto cognitivo (perché garantisce una ristrutturazione dei pensieri) sia, di riflesso, dell’aspetto comportamentale (perché consente di correggere le condotte consequenziali ai meccanismi cognitivi instaurati).
Ristrutturare i pensieri significa guidare il paziente nella consapevolezza che alla base del disturbo ci sia il frutto della propria psiche: in altre parole, se l’approccio mentale al rapporto fisico con la partner è scandito da sensazioni emotive negative, quali paura e incertezza, i pensieri di tormento interiore si alimentano e, in virtù di ciò, l’eccitazione sessuale viene meno al pari dell’erezione, restando così sospeso in balia dell’imbarazzo per il pene flaccido e degli eventuali giudizi “cattivi” della donna.
La correzione delle condotte è figlia della ristrutturazione cognitiva, perché la logica sottesa al percorso è quella secondo cui, mutando la natura dei pensieri, si modificano di conseguenza i comportamenti attuati.
Ciò significa che il conseguimento fisico di un’erezione buona e soffisfacente, ovvero un pene in posizione eretta e irrigidito, passa esclusivamente dalla presenza di pensieri positivi ben predisposti all’eccitazione sessuale e alla concretizzazione del rapporto.
Nel corso delle sedute lo specialista, a tal proposito, fornisce al paziente gli strumenti e le tecniche più utili e adeguate per completare i due passaggi suddetti e, soprattutto, per evitare di cadere nella trappola sessualmente deleteria dei così chiamati “errori cognitivi”.
Compresi e appresi questi metodi, il soggetto ritorna consapevole di sé, degli sbagli passati da non ricommettere e della fiducia nelle proprie potenzialità: il sesso non sarà più un tabù perché il pene non sarà più flaccido.
Data di pubblicazione: 05 April 2023
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